Psicomotricità Funzionale
e Muaythai
Queste due discipline hanno in comune una moltitudine di fattori che apportano beneficio psico-fisico alla persona.
Principalmente, la persona viene considerata come tale e viene osservata nella sua essenza, proponendo attività calibrate sulle sue potenzialità al fine di raggiungere un benessere globale. Questo elemento è fondamentale per creare un clima di inclusione, in cui ogni partecipante può sentirsi libero di esprimersi e di tirar fuori le sue risorse, apprenderne delle nuove in uno spazio protetto e gestito da professionisti.
Inoltre, le attività presentate hanno come obiettivi comuni quello di lavorare sulla sicurezza e la fiducia in sé e nell’altro, sul rispetto delle regole, sulla cooperazione e la condivisione, sul rispetto del silenzio e dell’ascolto.
La collaborazione tra professionisti qualificati in sport da combattimento e altri in discipline umanistiche permette di creare una sinergia fondamentale per la creazione di un servizio funzionale, attento all’altro.
Per favorire il processo di inclusione, le attività proposte saranno affiancate da un’attenta analisi funzionale in cui sarà analizzato il movimento del bambino/adolescente attraverso strumenti validati dalla comunità scientifica (Pesci, 2009), in modo tale da favorire lo svolgimento delle varie attività rispettando le potenzialità del singolo individuo.
Si prevede un cambiamento nella sfera psico-affettiva, relazionale e nel movimento del corpo globale, coinvolgendo il respiro, la postura, l’equilibrio, ecc.
A sostegno della necessaria compresenza sinergica tra le diverse discipline, di seguito si riportano all’attenzione del lettore alcune ricerche neuroscientifiche recenti (Panksepp, 2012) che evidenziano la presenza di un vero e proprio “Circuito del Gioco”, capace di mediare gli effetti positivi nel cervello dei mammiferi. Panksepp sottolinea come, sia negli animali che negli esseri umani, siano presenti sette emozioni primarie connesse a piacere o disagio: RICERCA (attesa), PAURA (ansia), COLLERA (rabbia), DESIDERIO SESSUALE (eccitazione sessuale), CURA (accudimento), PANICO/SOFFERENZA (tristezza) e GIOCO (gioia sociale). La paura, la rabbia e la tristezza vengono associate a sensazioni spiacevoli e quindi suscitano comportamenti di evitamento; mentre i sistemi della ricerca, di sessualità, della cura e del gioco vengono vissute positivamente e di conseguenza suscitano comportamenti di ricerca attiva di tali esperienze.
Soffermandosi sul gioco, che implica delle interazioni competitive giocose si nota che questa attività, nelle sue innumerevoli forme, suscita gioia a tutti i mammiferi e ha origine a livello sottocorticale. Panksepp con il temine gioco intende il gioco fisico e riprende la definizione di Gordon Burghardt, il quale afferma: “Il gioco è un comportamento ripetuto e funzionalmente incompleto che si differenzia dal punto di vista strutturale, contestuale o ontogenetico dai comportamenti più seri e che è iniziato in maniera volontaria quando l’animale si trova in un ambiente rilassato o con un basso livello di stress” (Burghardt, 2005, p. 82). Dopodiché Panksepp aggiunge un ulteriore elemento (:), l’aspetto sociale: la forma più gioiosa e che spesso prende le forme del “gioco di lotta”.
Nelle sue indagini, il comportamento collegato al sistema emotivo del gioco è guidato da movimenti rapidi e saltellanti nel corso dei quali i partecipanti si inseguono e si punzecchiano (Cappello, 2017). In particolare, gli animali (ratti) si bloccano a terra, si danno delle spinte e dei morsi sul dorso del collo o sul ventre quando l’altro è a pancia in su e questa azione si ripete a turno. I partecipanti al gioco qui alternano ruoli dominanti e subalterni e se uno dei due non ha più la possibilità di vincere, il gioco termina.
Gli animali che hanno avuto esperienze di gioco tendono maggiormente a passare più tempo con gli altri, e negli esseri umani il gioco è una delle fonti principali di amicizia (Cappello, 2017). Panksepp sottolinea quindi l’importanza di creare uno spazio di gioco quotidiano per i bambini.
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Burghardt G.M. (2005). The Genesis of Animal Play: Testing the Limits, Cambridge. MIT Press.
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Cappello M. (2017). Le emozioni di base secondo Panksepp: Introduzione e connessioni filosofiche. Torazza Piemonte: Amazon Italia Logistica S.r.l.
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Panksepp J., Biven L. (2012). The Archeology of Mind. Neuroevolutionary Origins Of Human Emotions, New York, W.W. Norton & Company (tr. it. Archeologia della mente. Origini neuroevolutive delle emozioni umane, Milano, Cortina, 2014);
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Pesci, G. (2009). La psicomotricità funzionale: Scienza e metodologia. Roma: Armando;